Pensieri


Carolina Invernizio

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    secondo Caparezza io vengo dalla luna

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    Ho letto alcuni romanzi di questa scrittrice di Voghera, secondo me molto sottovalutata. (e con un editor migliore, avrebbe potuto creare capolavori, soprattutto nel poliziesco, perché le procedure di indagine le conosce davvero bene. Di certo non si lancia nelle cavolate iperscientiste di certi telefilm.)
    Secondo me questa autrice è una femminista anche estrema, se la si contestualizza nella sua epoca.
    Sto leggendo un articolo in cui si dice che la donna della Invernizio è tradizionale (forse) e sottomessa (ma dove?).
    Tradizionale sì (donna moglie e madre), ma sottomessa no.
    Nei romanzi che ho potuto leggere, invece, ho visto che la signora di Voghera ammira le donne che si ribellano all'uomo che le brutalizza.
    Evidentemente lei dice "va bene il ruolo tradizionale, ma anche l'uomo deve rispettare la donna in quanto compagna di vita e se non lo fa si merita le peggiori pene."
    Un bel passo in avanti per una donna dell'800, non si crede?
    Per esempio, esamino il personaggio di Clara Rambaldi ne "il bacio di una morta."
    Ora, io ho comprato questo romanzo per pura curiosità (un po' traviata dalle opinioni di gente come Gramsci che non ha una opinione lusinghiera della "onesta gallina della letteratura popolare") e devo dire di essere rimasta incantata dalla sua abilità.
    Inoltre mi sono dovuta ricredere sulle donne che tratteggia.
    Come ho detto prima, ora esamino il personaggio di Clara Rambaldi.
    Di sicuro a lei, rispetto alla sua antagonista, Nara, va la simpatia dell'autrice, che sembra quasi compiangere il suo destino.
    E di sicuro Clara è buona.
    Vero, non lo nego.
    Ma è totalmente buona?
    Personalmente, l'ho trovata molto più umana di quanto mi potessi aspettare.
    Certo, lei ama il marito (intendo Clara) e lo perdona, nonostante tutto.
    Purtuttavia, non è un perdono che si consuma senza colpo ferire.
    E meno male, direi io.
    Direi che è più che altro "ora che siamo pari, possiamo tornare insieme."
    Giustamente e umanamente, Clara si vendica delle sofferenze fattele patire dal marito
    Un esempio è questa lettera che lei, sotto le sembianze della Dama Nera, dopo essere stata salvata da Alfonso e da Ines, scrive al marito:
    "Signor Conte, non vi spaventate se non trovate vostra figlia e se, per qualche tempo, non sentirete più parlare di lei.
    Vi giuro che è in salvo; io non l'abbandonerò mai, e sarò per Lilia una madre.
    Voi mi rivedrete forse un giorno, quando avrete imparato cosa vuol dire soffrire, quando avrete versata la prima lacrima del dolore.
    Siete per andare incontro a prove durissime, a pericoli immensi. Forse il vostro nome sarà per essere disonorato; ma affrontate tutto con coraggio!
    Ricordatevi quanto avrà sofferto vostra moglie innocente, reietta da voi, da voi disprezzata, calpestata in ciò che una donna ha di più sacro: nell'onore di madre.
    In nomedi lei, vi comando di vivere. Ricordatevi che qualcuno veglia su di voi, ricordatevi soprattutto che vi sarà sempre vicina coll'anima."
    Ora, perdonatemi, ma questo modo di fare non è di un "angelo della casa", che perdona tutto senza colpo ferire.
    Tutt'altro, per quanto influenzato dalla mentalità ottocentesca, è la lettera di una donna buona, ma comunque con un orgoglio, che vuole farla pagare al marito fedifrago e (quasi) uxoricida. (e giustamente direi, che diamine!)
    Poi contiamo che Guido Rambaldi si pente e questo porta al perdono, non il fatto che sia bello e amabile.
    E non è perché é bello che tutto quel che fa è giusto.
    Carolina Invernizio, insomma, a me sembra femminista, per quanto influenzata dalla sua epoca.
    E gliene si può dare torto?
    In fondo, ogni persona è figlia del proprio tempo.


     
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