Pensieri

Posts written by Anahita

  1. .
    Con le inchieste che coinvolgono il centrosinistra pugliese, mi sta salendo il pensiero che il popolo ha il governo che si merita.
    No, i politici, checché ne dica qualcuno, non sono soggetti venuti da Marte a conquistare le persone comuni e a schiavizzarle.
    I politici sono cittadini come noi, a volte corretti, a volte costretti a corrompersi per non farsi mangiare. (non è bello, ma quell'ambiente è devastante).
    E come è il popolo italiano? Ha espresso individualità meravigliose, vere perle d'onestà e gentilezza, ma, collettivamente, è un popolo stupido, imbecille e cretino, che pretende di avere ragione anche quando ha torto.
    E non sa prendersi quel minimo di responsabilità individuale che è necessaria per ottenere qualcosa, pur con le variabili di fortuna e sfortuna.
    E i social, purtroppo, esprimono questa tendenza.
    Con l'esplosione del tennis, spuntano come funghi presunti ex praticanti agonisti di tennis, che si permettono di dare lezioni dall'alto dell'università di sto ca**o.
    Ed ecco che un tennista come Berrettini, per avere avuto degli inciampi, è considerato un tennista mediocre (ok), di essere troppo attaccato alle donne (il tanto esaltato Sinner non mi pare sia un aromantico, asessuale o casto. E non c'è nulla di male a esserlo. Semplicemente è molto più chiuso dell'estroverso e vivace Berrettini) e perché si infortuna spesso e, dopo i suddetti infortuni, non inanella vittorie su vittorie.
    Ma benedette teste di ca**o Berrettini è un essere umano, gli date il tempo di ingranare, dopo un lungo stop?
    Posso dirlo? AVETE ROTTO LE PA**E, CARI ESPERTONI DI STA CEPPA.
    A VOI DOVREBBERO ESSERE PROIBITI I SOCIAL, FATE MALE AL PROSSIMO CON LE VOSTRE FESSERIE.
    Sapete che Berrettini non è un cretino? Ha un cervello ed è responsabile delle sue azioni?
    Perché dovrebbe farsi comandare a bacchetta dalla fatalona mora?
    Così, state dando a lui e agli uomini dei deficienti, perché si farebbero comandare a bacchetta da donne insaziabili, senza sapere decidere della propria vita. E dove è la responsabilità, che è la caratteristica della libertà?
    Sapete anche che gli infortuni sono un rischio nello sport, specie se ad alto livello?
    Qui sembra che Berrettini sia l'unico cretino che si rompa qualcosa. Ma io ricordo Vanessa Ferrari, Ronaldo (il brasiliano), Pierluigi Casiraghi, Marco Van Basten.
    Tutti cretini senza cervello, che non sapevano prepararsi a dovere?
    O forse a voi da' fastidio che Berrettini sia riuscito ad attirare l'attenzione di una donna bellissima?
    Vorreste esserci voi al suo posto, ma per quale motivo una donna così bella dovrebbe guardare un gianfilippo X, che dice "Io voglio" senza attivarsi per nulla e ingurgita cibo a non finire.
    E allora, invece di chiedersi cosa può migliorare e attivarsi vomita odio sui social. Perché è più facile vero?
    Un altro esempio di questa mancanza di responsabilità è l'accusa di "non fare niente" che si è beccata Lorella Cuccarini.
    Qual è stato il grosso difetto di questa donna?
    Ha avuto la grave colpa di essere in forma smagliante, nonostante l'età non più giovanissima.
    Ora, accanto a chi dice un "beata lei", c'è gente che dice "non fa niente", "non lavora", "passa il suo tempo tra parrucchiera ed estetista" e "provasse a fare la vita di una operaia".
    Qualcuno di questi portenti si ricorda che la danza, ad alti livelli, è uno sport impegnativo e richiede ore e ore di allenamento?
    I soldi, indubbiamente, aiutano (sarei cieca a non dirlo), ma, se non c'è autodisciplina, fermezza e impegno, non ti plasmano una fisicità atletica e allenata. E a questo si deve aggiungere anche l'alimentazione.
    E non mi si dica "Eh, ma provasse a occuparsi di figli, casa e marito, poi vedi come non cade sul divano": signore mie, ci sono donne con un bel fisico e non hanno i soldi della Cuccarini. E hanno figli. Qual è il segreto? Impegno, impegno e ancora impegno.
    Semplicemente, molte vogliono il fisico della Cuccarini, ma, dato che è impegnativo (anche solo camminare per 30 minuti al giorno costa, anche se si è sani come pesci), preferiscono mangiare fino a scoppiare, non muoversi e poi lagnarsi su facebook, senza prendersi nessuna responsabilità.
    Chiariamoci, anche io sono ad un punto incompleto di presa di responsabilità (mi muovo parecchio, ma non ho una alimentazione regolare), ma non mi metto a dire su facebook che le donne con un fisico così sono tali perché "hanno i soldi e non fanno niente". Cioè, riconosco l'aiuto del denaro, ma sono onesta intellettualmente e so che ci vuole anche autodisciplina. Glielo riconosco senza invidia, come lo ammetto per altre donne belle.
    Un popolo simile non merita gente come Gaetano Salvemini, che è un esempio meraviglioso e specchiato d'onestà. Anzi, oggi sarebbe considerato da psicoterapia perché "non ha avuto empatia", "siamo soggetti agli errori" (cosa doveva fare, con un figlio collaborazionista? Cercare di salvarlo perché "è mio figlioH" fregandosene del dolore di altri genitori?), "maschilista perché ha fatto soffrire la moglie e la figlia" (non è per dire, aveva ragione lui. Non è che ha abbandonato suo figlio perchè monaco, ma perché, con la sua radio, ha dato voce ad una dittatura terribile. Sua moglie e sua figlia si sono fatte abbagliare dal lato idiota dell'amore. E lui doveva sentirsi un traditore per loro?) o "intransigente" da riprogrammare.
    Perché? Perché fanno paura la coerenza, la responsabilità e l'onestà, anche nelle cose apparentemente irrilevanti. E la responsabilità richiede un costo enorme.

    Edited by Anahita - 21/4/2024, 00:20
  2. .
    E' divertente sentire le persone lamentarsi onestamente (forse) dei politici.
    Costoro sembrano alieni provenienti da Alpha Centauri, venuti sul pianeta Terra per conquistare l'Italia.
    Ma non è assolutamente vero, i politici (sia di destra sia di sinistra) esprimono la natura del popolo. Ed è assurdo che io debba continuare a citare Giolitti, ma, in questo caso, aveva ragione.
    I politici sono uomini e donne come noi, che, per caso o scelta, hanno effettuato (o fanno) tale professione. E non ci si può (sempre) educare da soli, se si è vissuti in un determinato contesto.
    Non tutti hanno la tempra di Carlo Cafiero, che è nato ricco, ma è diventato un anarchico di spicco.
    E la natura del popolo italiano è capace di esprimere sì enormi grandezze, ma, collettivamente, è invidiosa e stupida, perché non sa prendersi le proprie responsabilità.
    E questo è mostrato ad esempio dai social, che hanno svelato l'imbecillità dell'italiano medio, che vuole il successo e la bellezza, ma non vuole impegnarsi per ottenerla. E, se qualcuno ha queste doti, è un raccomandato idiota da osservare spasmodicamente e punire in caso di sbagli, anche involontari.
    Due esempi per tutti di questa tendenza italiota sono Lorella Cuccarini e Matteo Berrettini. Non loro, ma il popolo dementitaliano.
    Lorella Cuccarini, nonostante l'età non più giovane, ha mostrato una forma smagliante. Ed è vero che i soldi aiutano, per ovvie ragioni, ma un simile risultato, se non ci si mette la disciplina, non si ottiene, anche col patrimonio di J.K. Rowlings.
    Per avere determinati risultati, ci vuole costanza e sacrificio.
    E cosa si legge sui social?
    Si fa notare la sua "antipatia" (che non è il fulcro del discorso, dannazione! Ed è opinabile), si sottolinea che lei "non lavora. Non si sveglia alle cinque per andare in fabbrica" (ci si dimentica che la danza, ad alti livelli, chiede autodisciplina e spirito di sacrificio. Ergo, è un lavoro), si pontifica sul fatto che lei passa il tempo tra "estetista e parrucchiera" (non sono ancora stati inventati macchinari che, senza lavoro, danno un corpo simile. Ma qui qualcuno deve svegliarsi) e si urla al fatto che lei "non fa la vita che facciamo tutte noi".
    Tutte operaie, care signore di facebook?
    Come mai si è stanche anche solo per camminare (e non si hanno particolari problemi fisici), ma non per vomitare emerite stupidaggini sui social?
    La verità è una sola: molte vorrebbero il fisico della Cuccarini, ma non hanno la sua autodisciplina.
    Ma, dato che vogliono darsi le arie di "madri umili schiantate da marito, figli e cura della casa", perché l'aria da martiri è bella, vomitano rabbia su una donna che, con la sua determinazione, ha mantenuto la sua bellezza e la sua carriera in televisione.
    Un altro esempio è il caso di Matteo Berrettini.
    Ora, è da notare una cosa: prima dell'esplosione di Jannick Sinner, nessuno aveva considerazione del tennis. Lo stesso Sinner, fino a pochi anni fa, era considerato un tennista nella media.
    Ora, con le vittorie del giovane altoatesino, tutti sono esperti di tennis.
    E questo dimostra la tendenza dell'italiano medio a saltare sul carro del vincitore.
    Che c'entra questo con Berrettini? Anche lui, per diversi infortuni e altri problemi, sta avendo risultati fisici altalenanti. (ha vinto un torneo, ma, ad un altro è stato eliminato).
    Ed ecco tutti i super esperti di medicina sportiva (a quale università?) a pronosticare che "si infortuna perché non si allena".
    Ci si dimentica che, negli sportivi professionisti, gli infortuni sono un rischio. Inoltre, Berrettini fisicamente è robusto e questo può portare agli strappi muscolari (le foto tra lui e Sinner mostrano una differenza di stazza non da poco. Berrettini sembra un praticante di lotta greco romana).
    Si infortunava Ronaldo (il brasiliano), Van Basten, per un serio infortunio, ha abbandonato il calcio a ventisette anni, Vanessa Ferrari si è rotta il tendine di Achille.
    E tutti hanno preparatori atletici e fisioterapisti. Questa gente è completamente imbecille, rispetto al primo Gianfilippo/prima Karen che mitragliano i social di stupidaggini?
    La loro laurea a cosa è servita?
    Poi, si afferma che Berrettini ha cominciato a perdere colpi perché "si è fidanzato con Melissa Satta".
    Benissimo, ecco le solite accuse maschiliste alle donne, specie se belle, di "spompare gli uomini" con esagerate richieste sessuali.
    E, secondo queste idee balorde, Berrettini è un idiota che non sa dire di no, se non vuole. E' bella la stima verso l'intelligenza del proprio prossimo!
    La verità è una sola: Berrettini è un bel vedere. Io non seguo il tennis, ma non sono cieca.
    Moltissime donne etero (e qualche uomo gay) vorrebbero avere compagni così belli e ricchi, ma è improbabile, per gente non famosa, aspirare a tanto. E per gli uomini etero (e qualche donna lesbica) il discorso è al contrario: vorrebbero conoscere carnalmente Melissa Satta, ma sanno che è improbabile che lei li guardi.
    E allora si sfoga la frustrazione vomitando cattiverie definite "pareri" e i personaggi famosi devono essere costretti ad accettare cotante stupidaggini, perché "è il prezzo della fama".
    No, non si possono accettare
    Ed è meraviglioso notare che i "vomitatori/vomitatrici" di odio sono quelli cresciuti "con sani ceffoni" (avete imparato l'educazione!), che conoscono i "veri cartoni animati", che insegnano "la durezza della vita". E pretendono pure di insegnare qualcosa alla generazione di ventenni.
    Cari/care adulti/ adulte, sapete chi sono i genitori di oggi e i nonni di oggi? Sono i bambini di ieri.
    Come sono stati educati i bambini di ieri? In molti casi, a suon di sberle.
    E chi ha dato sberle? Molti degli attuali cinquantenni - sessantenni.
    Hanno creato una generazione che si vanta di essere "rispettosa"
    I social, come una immensa piazza virtuale, hanno messo in luce un substrato di cretinismo imbarazzante. E, purtroppo, i suddetti permettono all'opinione dell'idiota di essere alla pari di quella di una persona intelligente.
    Anzi, uno stupido, coi social, può avere peso politico.
    Ora, la domanda sorge spontanea: perché i politici, che sono persone come noi, devono essere diversi?
    L'Italia merita la classe politica che ha, perché, a livello individuale, molti non si sanno prendere le loro responsabilità. E, in diversi casi, mi ci metto anche io.
    Non si vuole mettere quel granello di impegno che può smuovere le montagne.
    Però, si ha la forza di vomitare odio sui social.
  3. .
    Ci ho messo un po' a capire la verità ed è ancora fonte di pena per me, ma sono felice di esserci arrivata.
    Io non ho nostalgia delle cose, per nulla.
    O meglio, ho nostalgia delle cose perché sono collegate ad un tempo di spensieratezza (pur con tutte le sue ombre).
    Voglio quel tempo, in cui i miei genitori erano sani, i miei nonni c'erano e la mia famiglia sembrava unita.
    Voglio quel tempo, in cui la mia preoccupazione erano i compiti e vedere le puntate di Lady Oscar, Sailor Moon con gli occhi sgranati. Ora, se le vedessi (specie col doppiaggio cretino italiano), penso mi salirebbe il nervoso.
    Non sono più la bambina che ero un tempo e certe idiozie mi fanno salire il sangue al cervello.
    Voglio quel tempo, in cui potevo perdermi a leggere i miei libri di mitologia.
    Voglio quel tempo, per fare scelte diverse (ma del senno di poi sono piene le fosse).
    Voglio quel tempo, per non restare infognata nel liceo classico del mio paese. Ne sono sicura, sarei cresciuta prima, senza l'iperprotezione del paese.
    Voglio quel tempo, in cui potevo perdermi a sognare svolgimenti incongruenti delle mie storie preferite, mescolandoci elementi assurdi.
    Voglio quel tempo, in cui le mie passioni - a volte - le vivevo con un senso di sottile vergogna.
    Voglio quel tempo, in cui leggevo fatti di cronaca e non ne comprendevo completamente la portata.
    Voglio quel tempo, per non abbandonare una dieta formidabile, che mi stava facendo perdere parecchio peso. Se fossi stata meno incostante, forse, ora avrei ancora la mia tiroide.
    Voglio quel tempo, per potere giocare con le Barbie senza sentirmi una disadattata.
    Voglio quel tempo, perché c'era ancora l'illusione di un mondo lontano dalla guerra.
    Voglio quel tempo, in cui credevo che la maggior disgrazia fosse la morte di un personaggio di finzione. Certo, come no!
    Voglio quel tempo, in cui passavo le ore a disegnare (maluccio) le mie stesse storie.
    Voglio quel tempo, in cui imparavo a scrivere plagiando i romanzi di Emilio Salgari. Grazie, mi hai aiutato molto.
    Voglio quel tempo, per potere fare scelte diverse, perché alcune cose di me non mi soddisfano.
    Ma, se ci penso, non sarebbe troppo facile potere resettare tutto e tornare indietro?
    Crescere vuol dire anche fronteggiare il peso dei propri errori.
    Spero di imparare a farlo sempre meglio.
  4. .
    E' accaduto.
    E lo dico con compiacimento: ODIO LADY OSCAR.
    Non pensavo che lo avrei mai detto, ma anche Versailles no Bara mi fa schifo. E molte sue fan mi creano disgusto, per la loro chiusura mentale.
    E io, per anni, mi sono coperta gli occhi col cemento, anche se mi ha salvato una certa insoddisfazione, che poi ho capito essere disgusto per certi eventi presentati in un modo idiota (vero André e la puntata 28?).
    Cominciamo col dire che non sopporto la forzatura di certi personaggi in stereotipi da teen drama osceno. E qui mi riferisco al triangolo Luigi XVI - Maria Antonietta - Hans Axel von Fersen.
    Perché parlo di forzatura? Perché hanno tramutato Luigi in un tappetto di 150, quando era alto 190 (come molti della dinastia dei Borboni). E non sopporto la trasformazione di Luigi XV in una sorta di versione francese di quel satiro di Enrico VIII d'Inghilterra Tudor.
    Sì, ok, era esuberante sessualmente, ma, dietro tale appetito sessuale, c'era anche l'angoscia del pensiero della morte, visto che ha perso i genitori e il fratello in giovane età.
    Avevamo davvero bisogno di questi stereotipi così osceni? E poi si sono lamentati della fiction "Mameli: il ragazzo che sognò l'Italia". Ma si sa, Versailles no Bara è perfetta e non può essere paragonata alle scemenze odierne (?).
    Nell'anime, io odio il dramma col resto del cast presentato come un corteo di boccaloni. Basta vedere la morte di Charlotte di Polignac.
    Possibile che nessuno provi a muoversi per salvare quella bambina? Anche Oscar resta con tanto di occhi sgranati. Madamigella, da una militare mi aspetterei un po' di presenza di spirito.
    Poi, in questo tripudio di assurdo, è abbastanza stucchevole il pianto di Rosalie. Lei dice "L'affetto e l'amore vengono da altre cose" e ha ragione.
    Charlotte non si è comportata bene con lei. Perché deve soffrire? Per un ridicolo "richiamo del sangue"? Ma il sangue, senza un minimo di rispetto, non fa il nome di "fratello, sorella, amico, etc".
    Però poi deve scoppiare a piangere davanti a Oscar, che è solo l'unica deputata ad essere stoica e forte. Ma perché? Perché deve piangere "sua sorella"?
    Non sarebbe stato meglio deplorare la morte di una bambina per una usanza orribile come i matrimoni imposti? Ma no, siccome Rosalie si deve dimenticare dei soprusi subiti in nome di uno stupido "richiamo del sangue" ecco il buonismo d'accatto. Vedi quando non spara alla Polignac. Ok, storicamente la contessa con la chioma turrita doveva sopravvivere (anche se poi riempi la serie di idiozie), ma non poteva gestirlo in altro modo? Magari con Rosalie che non spara perché vede nella paura della nobildonna un sostanziale ribaltamento di potere?
    E poi ci lamentiamo di Naruto e My Hero Academia. Almeno, nel secondo, c'è un principio di sensatezza nell'ostinazione di Izuku a volere salvare Shigaraki.
    Non sopporto le insensatezze nelle reazioni umane: nel manga, sappiamo che Oscar viene baciata di forza da Victor e Andrè. E la nostra campionessa di emancipazione paragona le labbra di Andrè a quelle di Victor.
    Ma quale donna, vittima di molestie, paragona un molestatore ad un altro? Ryoko Ikeda, seriamente, cosa hai fumato?
    Non sopporto la puntata dello "strappo della camicia". Mi ripugna, mi fa schifo, mi fa senso. Odio Andrè in quel frangente e detesto che venga sacralizzato come un "cucciolo indifeso".
    Chiariamoci, lei per poco non lo accusava di essere nato uomo. La rabbia in Andrè era comprensibile.
    Per prima cosa, qualcuno mi spiega perché l'odio di un uomo verso una donna, anche se sensato e nato da motivazioni comprensibili, deve concludersi in una molestia sessuale?
    Va bene, la desidera, ma una simile meschineria non dovrebbe provocargli il desiderio di scudisciarla, schiaffeggiarla e frustarla (ok forse ho esagerato), ma quantomeno di ristabilire la propria dignità ferita? Non dovrebbe fargli schifo toccarla in un momento simile?
    Ma Andrè Grandier ha un po' d'orgoglio? Giusto un po', eh. Esiste solo per lei?
    Ma di lui ci forniranno informazioni individuali? (anche solo cavolate tipo "gli piace il vino rosso e odia il pesce fritto")
    Poi, siamo sicuri che il suo sia amore? Questo volerle stare dietro, anche con la vista di una talpa, non è solo un modo per compiacere il suo ego, che ha bisogno di nutrirsi della presenza di lei?
    A conti fatti, standole accanto in situazioni pericolose con un occhio che va in buffering una volta sì e l'altra pure, rischia di mettere lei in pericolo. Ma va tutto bene, purché le stia accanto. Chi se ne importa se lui è d'impaccio e non ha modo di rimediare a questa situazione. Deve starle tra i piedi.
    E' più risoluto il Mameli della recente fiction Rai. E' un eroe romantico, è vero, che "muore dietro alle donne", ma è anche un coraggioso patriota, un amico, un poeta.
    Odio le gag irrealistiche del manga: che mi rappresenta Oscar che, dopo avere disarmato Rosalie, tira fuori uno specchietto perché la madre, evidentemente in preda ad un attacco di tontolaggine acuta, dice che con le rughe è brutta? Dove ca**o lo teneva quell'affare?
    Tra l'altro, Rosalie manco prova a fare un'indagine un minimo sensata sulla donna che ha investito la sua madre adottiva. No, eh? Un abito blu a fiori e capelli biondi (acconciatura turrita aggiungo io). Ma sono caratteristiche vaghissime (tralasciando che la madre di Oscar è castana, quindi vabbeh)
    Odio poi Oscar (specie nel manga): Ryoko Ikeda, per farne un esempio di donna forte, l'ha trasformata in un prototipo malfatto di scugnizza napoletana. E nessuno reagisce? Boh?
    Fenomenale (e incoerente) la scena in cui lei bambina tira un sacco ad un Victor bambino, che non stava facendo un bel niente, se non presentarsi. Ma che mi rappresenta?
    Trovo anche inopportuna la risata con cui lei reagisce quando Rosalie la scambia per un uomo e si offre per una prestazione sessuale. Non so, ma il senso di disagio le è venuto a scoppio ritardato? Boh? Vabbeh.
    Poi, mi sembra molto stupido che vogliano entrare tutti nelle mutande di Oscar. E' bella, è coraggiosa, non lo nego.
    Ma non esiste solo lei. Non tutti i soggetti con componente di attrazione verso le donne apprezzano la stessa tipologia femminile. Che diamine!
    Onore imperituro ad Hans e Bernard, sia nel manga sia nell'anime! Quantomeno, hanno gusti diversi.

    Edited by Anahita - 26/2/2024, 23:19
  5. .
    Alle volte, si deve lasciare andare qualcosa di importante in passato, che, però, si trasforma in un peso. Magari, la passione può ritornare in un secondo momento.
    Io me ne sto accorgendo coi miei fandom del cuore dell'adolescenza: Saint Seiya, Versailles no Bara, Hokuto no Ken.
    Li ho amati in adolescenza, ma ora non li sopporto più.
    Forse, Versailles no Bara si salva un poco, ma non so quanto durerà.
    Hokuto no Ken, bisogna dire a suo merito, si è un po' ringiovanito, ma questo non basta a non farmi avvertire questa serie come vecchia, futile, stupida, pretenziosa.
    Seriamente, non mi piace più. La odio.
    Odio Kenshiro, con la sua aura di eroe drammatico, odio la presunta giustizia dell'Hokuto Shinken (che non tiene davvero conto delle necessità delle persone indifese), odio i suoi accoliti, odio la marmaglia punkettara che deve morire per fare vedere quanto sono fighi i muscolacciuti pseudo eroi.
    E odio anche le donne di questo anime.
    Sì, anche Mamiya, che viene ridotta ad una povera mentecatta incapace di valutare chi ha davanti e non da' una sonora lezione, anche verbale, a quei due idioti pieni di testosterone e boria.
    Odio Lynn, Julia, Aily, Louise e Leiya, perché sanno solo parlare d'amore, senza provare un minimo di sentimenti umani (anche rabbia per come vengono trattate).
    Odio Raoul e la sua presunzione. Nelle nuove opere esce come un condottiero, ma in originale è un nemico privo di cervello, gonfio di forza, testosterone e stupidità.
    Odio poi la tragedia spicciola, stupida e imbecille, che si potrebbe evitare (o quantomeno ridurre) con un comportamento un pelino più sensato.
    Odio anche Saint Seiya. E mi dispiace di non essermi accorta prima di quel sentimento, che ora è divampato nel mio animo.
    Odio i cinque bronzocoglioni, che pensano di essere "veri uomini" e lo ripetono fino allo sfinimento. Che sia un tentativo becero di Kurumada di convincere i lettori. (eh?). E, soprattutto, odio Saori Kido. (ah, ma quello era già da ragazzina).
    Se una ragazzina media avesse metà delle sue pretese da primadonna, verrebbe giustamente scudisciata a male parole. E dovrebbe starsi zitta.
    Odio Shaina e il suo pseudofemminismo, che scompare in nome di un amore coglione, stupido, imbecille e fastidioso. Perché non ci si può presentare ringhiando e poi essere svenevole e sottomessa. Ma basta!
    Odio i Gold Saint, che nuotano nella loro stupidità e non hanno reazioni vagamente sensate.
    Odio accadimenti idioti per fare andare avanti la trama. Vedi la morte di Sion dell'Ariete.
    Odio il dramma pretenzioso, come in Hokuto no Ken.
    E odio anche Versailles no Bara, per quanto in modo meno intenso.
    Odio le sue fan, vecchie carampane ammuffite, in molti casi, che pensano di conoscere "la durezza della vita" perché questi anime erano drammatici.
    Con drammi ottenuti a colpi di cazzate, aggiungo io. E la comicità involontaria è dietro l'angolo.
    Odio Oscar Francois de Jarjayes, perché sembra sia l'unica eroina coraggiosa di tutto il globo terracqueo. Ma anche basta, scusatemi! E' stata un'icona, ma non dobbiamo restare ancorati a lei!
    Odio Andrè Grandier e la sua ossessione mentale, che non gli da' qualcosa di diverso da una protagonista shojo media. Eppure, perché lui è amato e lei è odiata?
    Odio la Ikeda, per le reazioni balorde date ai personaggi (Oscar che paragona le labbra di Andrè a quelle di Victor... MA CHE CAZZO MI RAPPRESENTA? L'HANNO MOLESTATA ENTRAMBI! Ma il realismo?).
    Odio la Maria Antonietta della serie, rappresentata come una adolescente svaporata.
    Cosa mi lega a questo anime? Non lo so.
    Farà la stessa fine degli altri due?

    Edited by Anahita - 26/2/2024, 18:17
  6. .
    Da qualche tempo, sto avendo questo pensiero.
    Voglio abbandonare la scrittura amatoriale.
    Non che non mi piaccia (ho espanso anche parecchio il mio raggio di scrittura), ma mi sento svogliata.
    Perfino le storie universalmente considerate belle mi lasciano un senso di "Eh? Allora? WTF"? Dopo la lettura, mi chiedo la ragione di tanta adorazione.
    Mi appaiono piatte, prive di mordente, stereotipate.
    Mi azzerano i neuroni e, per alcuni istanti, la mia attività cerebrale resta piatta.
    Inoltre, in alcuni casi, queste narrazioni caracollano su espressioni alquanto comiche (corpi che diventano pannelli solari, medici che non vedono l'ovvio).
    Tali storie, però, siccome sono prodotte dagli autori bravi, non vengono criticate, ma tali errori, se commessi da un soggetto adolescente alla prima esperienza scrittoria, vengono brutalizzati.
    E, se provano a rispondere, vengono considerati "immaturi", "bimbiminkia", "incapaci di accettare le critiche".
    L'italiano è la base di una storia buona, ma, se non è sostenuta da una idea sensata, è solo una splendida carta, che avvolge il vuoto cosmico.
    E perfino le mie storie, seppur migliorate stilisticamente, mi appaiono piatte e sempre incentrate su drammi, drammini e drammoni. Questo può valere in melodrammi del neorealismo d'appendice, ma non in altre narrazioni, magari più leggere.
    Poi, quando rileggo i miei vecchi post, mi assale il senso di vergogna per la stupida che ero: ma come ho potuto perdere tanto tempo con bagarre insensate?
    E mi sorge anche un'altra domanda: forse, dietro questioni scrittorie e di bello stilo, si nascondeva un certo, compiaciuto narcisismo?
    E, a questo, si aggiungeva la frustrazione di non vedersi riconosciuto il proprio impegno.
    Chiuso questo imbarazzante excursus, riprendiamo il filo della questione: io, probabilmente, ho dato tanto a questo mondo. Ci ho trascorso l'adolescenza e la giovinezza.
    Ma, ad ora, sento che non mi basta più.
    Ho bisogno di vivere nella realtà, non più mediata da uno schermo.
    Ho bisogno di scendere in strada e di conoscere nuovi ambienti e nuove persone.
    Ho bisogno di imparare nuove cose, anche lontane dai miei interessi, e di non farlo in maniera estemporanea. Solo così posso aumentare la mia autostima e incardinarla su premesse concrete, non su scemenze.
    Ho bisogno di lavorare e di immergere le mani nella terra, sia in senso letterale che metaforico.
    Ho bisogno di fare sport. La ginnastica correttiva mi ha permesso di aumentare in forza ed efficienza. Chissà cosa succederebbe se aumentassi la mia quantità di movimento?
    Ho bisogno di conoscere altri posti e di viaggiare, fuori dalla mia città, dal mio paese, dal mio continente.
    Ho bisogno di ridurre questo a quello che è, ossia un hobby.
    Cosa mi aspetterà il futuro?
  7. .
    A volte, anche un evento spiacevole può diventare un'opportunità.
    Precisiamo, questa riflessione vale per me e c'è sempre evento spiacevole ed evento SPIACEVOLE.
    Ho perso diversi contatti accumulati nel mondo del fanworld, a volte per colpa mia, a volte per cambio di interessi dovuti alla crescita.
    E' stato poco piacevole, ma devo dire che mi ha permesso di vedere diverse cose in maniera più oggettiva.
    Come sanno anche le pietre, ho smesso di recensire negativamente le fanfic brutte e di lamentarmi della (presunta) decadenza del fandom. E, devo dire, questo mi ha permesso di liberarmi di un grosso carico di frustrazione. (anche se, a volte, ritorna il mio vecchio carattere lamentoso, ma ora mi sono accorta di non avere più tempo da scialacquare. Scrivo e commento chi mostra impegno, nei limiti delle sue possibilità).
    Non è possibile contrastare un simile fenomeno. Non con le recensioni negative stile poema.
    Ho riletto i miei lavori di adolescente, ragazza, giovane donna. E... E, accanto a lati positivi, vedo molta immaturità, pretenziosità (vedi la paccottiglia pseudo introspettiva nella mia unica long fic ritrovata), espressioni imbarazzanti come il sorriso che fece tremare le strutture di un tempio (WTF) e il brivido tremante (doppio WTF).
    E a questo si aggiungono pregiudizi omofobi involontari e un femminismo incompleto. E io mi mettevo a criticare le ragazzine.
    Fantastico, benissimo.
    L'unica cosa che mi ha salvato è stato l'istinto, che mi ha regalato un colossale senso di insoddisfazione che poi ho compreso, quando ho visto cose meglio tratteggiate.
    Ho visto molti più film e ho letto molto di più. Questo mi ha permesso di recuperare determinate saghe che furoreggiavano nella mia adolescenza (Spiderman, Harry Potter, Pirati dei Caraibi) in relativamente poco tempo. E posso averne ora un giudizio strutturato.
    Inoltre, la lettura di autori come Frediani mi ha insegnato a non perdermi Ab Urbe condita, quando faccio introspezione. Se un personaggio pensa all'inquinamento dell'acqua, non può perdersi a pensare al settembre nero del 1972.
    Le mie storie, ora, hanno più carne e non sono ossibuchi. (l'ossobuco non è neanche orribile, ma dopo un po' scoccia mangiare solo quello).
    Sono uscita da posti virtuali diventati tossici, popolati spesso da ultratrentenni (quindi della mia età, sob)convinti di essere i migliori nella vita perché hanno visto e rivedono in loop Hokuto no Ken, Versailles no Bara e Saint Seiya.
    Ho imparato che la bellezza e la bruttezza non conoscono epoca. Sono democratiche. E la castroneria è in agguato anche in opere considerate belle perché erano pulite.(qualsiasi cosa voglia dire), quindi appartenenti ad epoche considerate migliori (?). In base a cosa, non si sa.
    Prescindendo dal mondo del fanworld, ho studiato di più e sono riuscita a superare la preselettiva di un concorso. Poi, per uno sbaglio, non mi sono presentata alla prova scritta. Mi dispiace, ma questo mi da' la conferma che posso farcela nel mondo dei concorsi. Mi devo semplicemente allenare, come mi alleno nel centro di fisioterapia.
    Ho riconsiderato la mia posizione sull'insegnamento. Educare un soggetto in crescita non è un compito solo della scuola, come ho pensato per anni (con l'ansia aumentata).
    La scuola contribuisce per il 20% e io dovrò impegnarmi per quello che mi compete. Non posso fare i ruoli di altri, non ha senso.
    Tra un concorso e l'altro, farò domande di messe a disposizione. Non voglio avere rimpianti di non averci mai nemmeno provato.
    Certo, se vinco un concorso nella Pubblica Amministrazione, tutto cambia e potrò cominciare a pensare ad altro.
    Ho trovato un'associazione di persone di ogni genere, età e sesso interessate all'attivismo queer. E ho fatto esperienza d'attivismo (non come vorrei, ma vabbeh) e ho imparato a usare il telaio serigrafico (anche se è un modello artigianale). Alcuni gadget del Pride di Bari erano stampati da me! Ne sono fiera!
    Certo, tremavo di brutto, ma avevo paura di sporcare d'inchiostro la mia camicetta colorata.
    La mia nostalgia per l'infanzia si è alleggerita. Quantomeno, sono riuscita a contestualizzarla.
    Io non ho nostalgia delle cose, degli anime e delle serie TV che hanno caratterizzato una determinata epoca.
    I giocattoli, sui circuiti quali amazon ed e-bay, si vendono e, al netto delle mie possibilità economiche, posso ricomprarli.
    Posso rivedere anime e serie TV degli anni 90 ad libitum, grazie ai vari circuiti di streaming.
    Questo, però, non cambia la realtà. Io non sono più la bambina che ero a cinque anni. Non sono più gli anni 80-90. I miei genitori cominciano a mostrare i loro acciacchi (come altri miei parenti) e la mia famiglia non è unita come lo era prima. Mio fratello minore, poi, se il mondo non collassa, si sposa tra due anni.
    La mia nostalgia, poi, si basava su una visione distorta dell'infanzia, che mi portava a considerare (in base a che principio poi?) l'intrattenimento degli anni 90 il migliore. Ma così ragiono non come una bambina, ma come una adulta presuntuosa, una autentica boomer.
    I boomer propriamente detti hanno sessanta e passa anni, io ne ho meno di quaranta (argh!). Ed è parecchio inquietante una simile comparazione.
    Mi sono posta la domanda:"Ma se io fossi stata bambina in questi anni, avrei idolatrato Saint Seiya, Hokuto no Ken e Versailles no Bara?" Probabilmente, da brava amante del vintage non mi sarebbero dispiaciuti, ma avrei adorato le opere di questi anni. Mi sarei sfondata con Naruto, Demon's Slayers e My Hero Academia. Come è giusto che sia.
    E' finita? Non credo, ma spero di continuare così. Ho fatto, faccio e farò errori, ma spero di non ripetere gli stessi (almeno non troppo sesso). Dimostrerei di essere deficiente e non voglio esserlo.
    Non più, almeno.

    Edited by Anahita - 12/10/2023, 10:14
  8. .
    L'abbandono delle "recensioni critiche" (?) mi ha portato a vedere molte cose in maniera diversa.
    Tra queste, c'è l'insensato, esagerato ruolo educativo che si da' alle storie di fantasia, come se solo loro potessero "aumentare l'inclusione", per citare una delle problematiche dei nostri tempi.
    L'immaginario è importante, è vero, ma da solo non basta a educare. Ci vuole dietro una collettività che ari il terreno e lo prepari per la semina. (mio dio, sembro mio padre, ma vabbeh)
    Un esempio di questa dissonanza è nella stagione dei melodrammi di Matarazzo.
    Sia chiaro, non è una critica a lui.
    In tutti questi film, si mostrava la triste realtà dei bambini abbandonati (per sfortuna o per volontà), delle madri costrette a scelte dolorose per errori o miseria (vedi per esempio Luisa Fanti ne I figli di nessunoo Anna di Tormento) o a cui veniva impedito di vedere le loro creature (vedi Susanna di Torna!) e di uomini anche buoni, che però compiono errori stupidi, per maschilismo o per Fato.
    Questi film, per gli standard dell'epoca, erano commoventi. Una delle attrici di punta, la greca Yvonne Sanson, era stata chiamata la donna che fece piangere l'Italia. E lei era una donna di carattere estroverso e gioviale, ma questo è un altro discorso.
    Tuttavia, pochi riuscivano ad applicare la commozione suscitata da questi film alla realtà: in quegli anni, i bambini abbandonati soffrivano bullismo, sconfinante in vere e proprie violenze fisiche, le donne violentate (anche bambine!!) rischiavano l'ostracismo delle proprie comunità e, per disperazione, si abbandonavano alla prostituzione (e questo andava anche oltre gli anni Cinquanta) e un rapporto sessuale prima del matrimonio contribuiva a diminuire il valore di una donna agli occhi di un uomo.
    Solo con le tanto vituperate contestazioni del 68 qualcosa comincia a muoversi, ma tale mentalità non è svanita del tutto, nonostante gli anni trascorsi, la scomparsa di pratiche oscene quali il delitto d'onore (abolito nel 1981!) e la considerazione dello stupro come un reato contro la persona, non contro la morale (1996).
    E questo esempio può essere ripetuto in tanti contesti e con tante serie TV, anche in anni diversi.
    Potrei citare l'esempio della generazione degli anni 70 - 80, che ritiene di essere più empatica perché "ha conosciuto la vita dai veri cartoni (Che cosa significa?)" e poi è capace di dire che una ragazza "è una poco di buono" perché è libertina e ha bevuto, ergo se l'è cercata.
    Davvero meravigliosa l'empatia di certe frasi. E sono anche madri di famiglia a dirlo. Sia mai toccare i loro preziosi figli maschi!
    Ecco l'empatia di chi seguiva Ken il guerriero, Goldrake, Candy Candy e Saint Seiya.
    Poi, vorrei ricordare: i bulli degli anni passati seguivano le stesse opere, eppure si divertivano a prevaricare con gusto gli studenti e le studentesse più deboli.
    Perché? Dove era la "carica empatica" di cui queste opere - troppo mitizzate da una generazione patologicamente nostalgica (e mi ci metto anche io, anche se ora al 79% me ne sono liberata) - in quel caso? Perché i bulli rimanevano sempre tali?
    Ve lo dico io, non è passata perché il terreno non erano stato adeguatamente preparato. E sul marmo nudo i semi non crescono.
  9. .
    Oggi voglio parlare di un argomento che, su Internet, viene distorto e interpretato a uso e consumo di adulti che pensano di essere i migliori del mondo.
    La nostalgia ("il dolore del ritorno" secondo l'etimologia greca) è un sentimento comprensibile, che io stessa, spesso, provo.
    In una occasione, mi è capitato, mentre compravo un libro usato datato 1973, di sentire il peso del tempo su di me. E sono scappata, in lacrime. E' stata una sensazione orribile.
    Ho provato - e provo - forte desiderio di tornare bambina, quando i miei genitori e i miei zii erano sani, i miei nonni erano relativamente presenti e la mia famiglia sembrava unita.
    Vorrei tornare a giocare con le Barbie (rimpiango di averle sprecate) e a vedere i cartoni animati (anime) con trasporto, senza farmi troppe domande.
    Vorrei ritornare nella mia vecchia casa, anche se la nuova, dal punto di vista funzionale, è migliore.
    C'è però una cosa che è cambiata nella mia nostalgia: prima rimpiangevo le cose (anime, giocattoli et similia), ora rimpiango l'atmosfera e gli anni.
    Se dovessi rinascere, penso che cambierei scuola e, anche se perseverassi nel classico, sceglierei un liceo lontano dal mio paese, ma non è questo il punto.
    Le Barbie - di cui ho parlato prima - posso ricomprarle. (anche se non saprei dove metterle) Gli anime posso rivederli ad nauseam coi doppiaggi italiani.
    Uno dei tanti vantaggi di Internet, chi può dirlo?
    Per anni, ho scambiato la causa con l'effetto. Quelle cose non sono belle di per sè. O meglio, la loro bellezza non è collegata al periodo.
    Poi, ho capito che il buono, il medio e il pessimo c'è in ogni epoca. Forse, Internet ha avuto il grosso svantaggio di portare all'emersione di idiozia già presente.
    Anzi, in alcuni anime attuali ho visto una certa attenzione alla sceneggiatura e a tematiche serie che, in opere più datate, non ho visto.
    Nessun decennio è stato benedetto da fortuna mistica. L'uomo ha sempre avuto un lato di demone e uno di angelo, in qualsiasi epoca storica.
    Perché gli anni della mia infanzia e adolescenza dovrebbero essere esenti da questo?
    Io ricordo quel decennio bene perché ero più ingenua e spensierata, ma per altri individui, anche della mia età, quegli anni possono essere stati dolorosi.
    Pensiamo a quei ragazzi nati sotto le guerre (Bosnia, Rwanda...) o, senza andare lontano, a quegli italiani figli di famiglie abusive o fortemente disfunzionali.
    Molti di loro non ricorderanno bene questi anni, perché legati a tragedie o dolore.
    E il loro ricordo non vale meno del mio.
  10. .
    C'è una cosa che non sopporto più: l'arroganza degli ultratrentenni.
    Sì, ci sono anche io per classe d'età, ma sto cercando di liberarmi da quella crosta di supponenza che, per anni, mi ha impedito di vedere le cose nella loro realtà.
    E questi ultratrentenni si notano nei forum a tema di anime, manga e pagine facebook.
    Questi soggetti (e sono purtroppo tanti) si ammantano d'una presunta superiorità morale sugli "adolescenti di oggi" (mio dio, mi sa che si deve sbattere loro in faccia il testo di Platone), perché loro "vedevano i cartoni con dei valori" (ah sì?), "capivano la durezza della vita" e "subivano schiaffi e sono cresciuti bene".
    Subivano schiaffi e sono cresciuti bene? Certo, e poi trovo gente che afferma che "un adolescente non sa nemmeno cosa significa vivere", perché, dopo la morte (PER OMICIDIO) della sua fidanzata, ha detto che non si rialzerà più.
    Capolavoro di empatia questa signora! Tutto deve essere ridotto alla sua misura, perché sia drammatico.
    E magari è una di quelle cresciute con "botte educative" e "anime tristi".
    Davvero, bell'insegnamento.
    Poi, i fantomatici "cartoni con dei valori" tali "valori"(?) li avevano?
    No, erano finalizzati allo spettacolo e gli sceneggiatori, spesso, cadevano in colossali buchi di trama solo per esagerare il dramaH.
    Basti pensare alla gelosia di Usagi verso Chibiusa. E nessuno si è accorto che lei, pensando ad un innamoramento del compagno verso una bambina, gli sta dando del pedofilo.
    Ma nessuno si è accorto dell'assurdo? Quanto è rincoglionita Usagi qui?
    Se Mamoru l'avesse lasciata di punto in bianco in questo frangente, perché esasperato da questa immaturità, l'avrei capito.
    Nessuno si è accorto dell'idiozia?
    Ora, questo ci insegna che si deve fare attenzione a quello che si scrive, perché non solo è insensato narrativamente, ma si rischia di creare un'involontaria normalizzazione di una grave parafilia.
    O meglio, si aggiunge un sasso ad un problema serio.
    Poi, i suddetti soggetti si piccano di essere "tolleranti" ( e già qui partiamo male) perché ascoltavano George Micheal e David Bowie e non si curavano della loro sessualità.
    Davvero? Come mai le persone queer, all'epoca, faticavano a vivere una vita accettabile?
    Poi, ci ricordiamo che altri attori (vedi Rock Hudson) e personaggi famosi hanno vissuto con vergogna la loro omosessualità, perché era associata all'HIV? (e all'epoca l'immunodeficienza acquisita era morte assicurata?)
    E per HIV intere carriere erano scontate?
    Poi, è splendida la loro presunzione di "capire i veri valori della vita".
    Quali valori?
    Un anime, per quanto fatto bene, è un imput di supporto per l'educazione, non il primo. Perché le vicende dei cartoni, per quanto drammatiche, sono eterodirette da un autore/autrice che vuole dire qualcosa. Ma non può sostituirsi alla famiglia e alla scuola. Altrimenti, qualcosa non torna e i genitori "di una volta" tanto presenti non erano.
  11. .
    Con la messa in onda del live - action de "La sirenetta", si assiste all'esplosione di rabbia degli idioti e delle idiote che gridano "Mi avete rovinato l'infanzia", "Ariel non è così", "Ricordi rovinati".
    E' discutibile questa necessità di riverniciare i classici, senza creare nuove storie (ci sono fiabe africane, asiatiche... Usare quelle no?), ma l'onestà intellettuale è obbligatoria, in una simile questione.
    Questo livore di alcune frange di "non bianchi/non uomini/queer *inserireminoranza*"(la scelta delle parole è terribile, ma passatemela) non nasce per disprezzo a priori , ma per esasperazione.
    Sì, esasperazione.
    C'è mai una sana critica a film che presentano il problema inverso, ossia una bianchizzazione di altre etnie?
    No, anzi... Chi prova a farla viene visto come un "idiota", che "non capisce i veri capolavori". Perché, davanti a certi lavori, il cervello si deve spegnere.
    Senza citare i western, che sono un esempio di rappresentazione terribile di eventi ed etnie, a questa regola non sfuggono i film avventurosi, storici o epici dagli anni 50 in poi.
    Un esempio di questi è Nefertite, regina del Nilo, film peplum del 1961.
    La bianchizzazione si esplica nella scelta dell'attore per il ruolo di Akhenaton/Amenophis IV, ossia Amedeo Nazzari.
    AMEDEO NAZZARI!
    Tralasciando la discutibile scelta sulla fisicità (Nazzari era un armadio), lontana da quella del personaggio, l'attore, che pure era bravo, portava scritto in faccia CAUCASICO.
    E aveva pure gli occhi azzurri. Bellissimi, ma quanti mediorientali, in quell'epoca, avevano gli occhi di quel colore?
    Se si fa un confronto con Omar Sharif, si vede la differenza di etnia.
    A questo, c'è da aggiungere il difetto della pur gradevole voce di Nazzari (virile, pacata, con un bell'eloquio), che porta con sé un accento sardo incompatibile col personaggio di Akhenaton.
    Ma non è solo Nazzari l'esempio di bianchizzazione.
    L'interprete di Nefertiti, per esempio, è una attrice anche di bell'aspetto, ma anche il suo viso urla CAUCASICO.
    E questo non è il solo film con una simile, sfacciata bianchizzazione.
    Ora, un fenomeno ingiusto e ripetuto a cosa può portare? All'esasperazione.
    E l'esasperazione, spesso, può condurre anche a sostenere posizioni discutibili. Della serie: "Voi, per anni, avete fatto il cavolo che volete, ora ve la facciamo vedere".
    Bambinesco? Sì. Ma l'individuo bianco non si può permettere di dire nulla, perché l'individuo "non bianco/queer/*inserireminoranzaacaso*", comprensibilmente, risponderà "Come ti permetti tu, vuoi impedirci di essere rappresentati?"
    La critica, anche se sensata, sarà vista come l'ennesimo, aberrante tentativo del portatore di bianchezza (mi sento Fanon, mamma mia) di mantenere il monopolio dell'immaginario e di impedire alle alterità di emergere, col loro carico di luci e di ombre.
  12. .
    Non ripeterò le parole del nostro (sic) ministro, ma dirò una cosa: sono stufa.
    E mi dovrò sopportare questo governo di cialtroni per cinque anni.
    Cinque - fottuti - anni.
    Piantedosi, con le sue parole, rappresenta l'occidentale medio che non ha un minimo di empatia e sentenzia su situazioni che non ha mai conosciuto.
    Molti di noi, me compresa, non hanno conosciuto la guerra (anche se, con la guerra in Ucraina, se non si pone un freno, la situazione può cambiare) e non sanno cosa sia la fame vera, senza la certezza di un pasto futuro.
    Non hanno conosciuto la dittatura violenta, che usa il manganello, figurato e non, per colpire i dissidenti.
    Molti di noi, però, vanno in psicoterapia per curare problemi che, a confronto di questi, sono delle emerite CRETINATE. E pretendono la tanto decantata EMPATIA per chi soffre di questi disturbi.
    Va di moda parlare di salute mentale e disturbi psicologi, oggi, ma si è perso il senso delle proporzioni e delle cose.
    E, per la rabbia, in parte, l'ho perso anche io, perché molti traumi mentali derivano da traumi effettivamente gravi o da problematiche della società, che andrebbero affrontate con un mutamento culturale serio.
    Però, questo non cambia la realtà: si pretende empatia per i ricchi e pasciuti occidentali (non tutti), ma non si è capaci di capire le ragioni che spingono chi emigra ad allontanarsi dalla propria terra (con tutto il carico mentale che ne consegue) e a cercare un futuro migliore.
    Non si è capaci di capire quanto la fame possa uccidere.
    E li si biasima parlando di "responsabilità". QUALE RESPONSABILITA'?
    Non è segno di responsabilità volere che i propri figli e le proprie figlie crescano in un contesto più sereno? In nome di cosa i bambini e le bambine devono rinunciare alla loro serenità?
    Ci si ricorda che i bambini e le bambine, cresciuti in contesti dittatoriali e di guerra, possono trasformarsi in un adulto problematico?
    Molti dei "nostri anziani" che "hanno fatto la guerra" si sono portati dietro traumi inenarrabili, che hanno fatto pagare ai loro figli. (pur non essendo persone cattive di loro)
    Per citare la storia, molti genitori ebrei tedeschi, per quanto possibile, si industriavano per fare fuggire i figli in paesi più liberi.
    Fanno quello che, oggi, fanno i migranti di altri paesi. Qual è la differenza?
    No, ditemi qual è la differenza, perché io non la trovo.
    Qui, in alcune persone, manca il senso della proporzionalità delle cose. E la tanto decantata empatia può cominciare solo dalla conoscenza, almeno teorica, di determinate problematiche.
    E si cominci a dare il giusto valore alle cose.
  13. .
    https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/u...41r4064gPRRBzfQ


    Faccio mea culpa: quando ho letto questo caso, ho spalancato gli occhi e mi sono chiesta cosa cercasse questa ragazza in un uomo che potrebbe essere suo padre (per età, eh!)
    Un velato biasimo della vittima, me ne rendo conto e mi scuso.
    I pregiudizi patriarcali, per quanto da me odiati, penetrano dentro di me (in questa società vivo anche io) e, se non sto attenta e vigilo sul mio stesso pensiero, rischio il medioevo mentale.
    Ed è bruttissimo.
    Mi devo sempre ricordare la frase di Desmond Tutu, ossia "stare sempre all'erta, questo è il presso della libertà".
    Aveva ragione. Non dobbiamo mai dare noi stessi per scontati.
    Chiuso questo, un altro fattore di sconforto per me è il luogo in cui questa ragazza è stata uccisa. In un posto di polizia!
    Come è possibile una cosa simile?
    I poliziotti erano sotto LSD per non intervenire e bloccare questo criminale?
    O erano conniventi?
    Nel primo caso, ci sono degli emeriti incapaci, nel secondo sadici senza appello.
    E non so cosa sia peggio.
    Poi, questo infame (e sono buona) è fuori nonostante abbia una fedina penale lunga metri, comprendente reati legati allo spaccio e alla violenza contro le donne.
    No, non imprecherò contro i cubani. L'Italia è un paese maestro nella difformità tra pena teorica e pratica, non può permettersi di fare la maestrina.
    Ho il ricordo ancora di Mario Alessi, l'assassino del piccolo Tommaso Onofri, che aveva la possibilità di essere libero nonostante avesse stuprato una ragazza disabile e picchiato il fidanzato!
    Uno stupro su una persona indifesa, meraviglioso.
    Ed era libero dopo sei anni.
    E, purtroppo, non è il solo caso presente in Italia.
    Ci vuole una educazione seria e sensata al rispetto delle donne (sia cis che trans), che coinvolga diversi aspetti del vivere civile. Eh no, non solo "il pianto maschile", perché le lacrime e la sofferenza possono essere simulate per ottenere una captatio benevolentiae.
    E ci vogliono anche pene severe, perché una parte del dolore causato alla comunità l'assassino deve patirla. E si ottiene con una carcerazione severa, ma giusta.
  14. .
    Il 29 dicembre 2022 è morto Pelé a 82 anni, conosciuto come "O Rei" ("il re" in portoghese) o "Peròla Negra" ( "Perla Nera").
    Si è parlato dei suoi risultati calcistici meglio in altre sedi, qui si parlerà d'altro.
    Pelè, che pure è stato un uomo del suo tempo, merita il mio rispetto per la sicurezza estrema di se stesso, non ostentata con la sicumera di tanti sportivi da tastiera.
    Certo, anche lui ha mostrato contraddizione con questo nobile aspetto, quando ha mostrato disprezzo per una figlia mai riconosciuta.
    Anche se, forse, c'è una verità in quello che ha detto, per quanto amara. La biologia non rende genitori. Come ha detto anche Maradona, "un giudice non può obbligarti a dire amore mio".
    Però, in altri ambiti, è stato un uomo onesto, perché, in occasione dell'arresto del figlio per droga nel 2005, ha ammesso di non essere stato un buon padre.
    Una simile limpidezza, anche se non completa, appartiene ad un uomo sincero e sicuro di se stesso, che non ha avuto bisogno di insultare qualcuno per appropriarsi di un valore che non ha.
    E questa sua sicurezza si conferma nell'estremo rispetto verso gli avversari (vedi l'adorazione con cui guarda Lev Yashin, nelle foto in cui sono ritratti insieme) e nel suo atteggiamento verso il calcio femminile.
    Tanti sportivi da tastiera non fanno che criticare le donne calciatrici, dimenticandosi (o facendo finta di dimenticare) che il calcio femminile è una realtà piuttosto recente, dimenticandosi che le squadre degli anni 30 non sono certo quelle degli anni attuali. E anche i giocatori maschi, spesso, fanno delle papere allucinanti. (devo ancora riprendermi dai rigoristi spagnoli all'appena concluso mondiale qatariota,a che sembravano essere ciechi)
    In Pelè, invece, ho visto entusiasmo e interesse verso questa realtà. Le ha sempre incoraggiate a dare onore al paese natio.
    La seconda sorpresa, invece, è stata una delle figlie di Pelè, che, con il padre in condizioni sempre più critiche, ha avuto la lucidità di ammettere il suo stato di privilegiata, poiché la famiglia ha avuto la possibilità di stargli accanto in una struttura d'eccellenza della sanità brasiliana, che, in Italia, corrisponderebbe al Gaslini di Genova.
    E' ammirevole tale lucidità, perché tante, troppe celebrities si lamentano "di non avere niente" e fanno colossali tragedie di IMMONDE CRETINATE.
    Ma non è un problema solo delle star, quante persone (me compresa) si atteggiano a "vinte dalla vita", quando i loro problemi sono immani stupidaggini?
    No, la litania del "ognuno affronta il dolore a modo suo" è sbagliata, perché gli adulti e le adulte dovrebbero sapere discernere una seccatura da un problema veramente serio.
    Basta vedere, quale supremo esempio di cretinismo, i genitori che rimproverano i figli e le figlie che hanno perduto una gara sportiva. Gente, capisco la delusione, ma non è la fine del mondo! Che cosa state insegnando alla vostra prole? Che la sconfitta è un disonore?
    E' così difficile mostrare serenità e aiutarli a capire che la sconfitta non è l'Apocalisse di San Giovanni?
    Sì, per molti genitori, è davvero difficile, perché si fanno i figli senza una coscienza ed è grave.
    Nei secoli passati, si procreava per ignoranza e perché "si doveva fare", oggi chi mette al mondo prole non riflette sul necessario sforzo educativo.
    Bravissim*, state crescendo creature ansiose non per una motivazione comprensibile, ma per un evento che può succedere. Perché, anche se ci si impegna nello sport, si può perdere.
    L'imponderabile esiste ed esisterà sempre, fatevene una ragione, cari genitori fallocefali.
  15. .
    Auguri di buon anno.
    In questo capodanno, voglio tirare le somme e magari stabilire un programma per questi nuovi dodici mesi.
    Ho scoperto di avere perduto parecchio peso, iniziando una fisioterapia che mi ha portato ad un aumento di massa muscolare. Non so perché le altre bilance non lo segnalino (e la fisioterapista l'ha resettata adeguatamente).
    Sono fisicamente più forte, mi sembra di avere perso dieci anni di meno sulle spalle e di essere tornata indietro.
    Voglio continuare così e non fermarmi più.
    L'esercizio fisico mi libera da molta ansia e rilascia endorfine meravigliose. Per ora, continuerò così, ma, quando troverò lavoro, spero di potere aggiungere altro.
    Non mi dispiacerebbe iniziare un corso di arti marziali. Potrei imparare a difendermi ed essere più sicura di me stessa.
    Avevo cominciato a ridurre il consumo di carne, per una questione ambientalista e il mio sforzo è stato ripagato da analisi del sangue buone, malgrado il mio intervento di tiroidectomia.
    Dovrò proseguire anche su questa strada.
    Per la mente...
    Dovrò trovare lavoro, per avere autonomia economica e potere cominciare a seguire meglio le attività dell'associazione Murgia Queer, a cui mi sono legata.
    Sempre che il lavoro non mi porti in altre zone d'Italia.
    E qui sarebbe un po' più arduo, ma devo compiere questo percorso per me stessa. Devo imparare ad amarmi e a non farmi intossicare dalla stupidità di quello che c'è attorno.
    Solo amando me stessa potrò darmi da fare per dare il mio contributo per un mondo migliore. Parlare a vuoto non serve assolutamente a niente, se non è accompagnato da azioni credibili.
    Inoltre, sento il bisogno di scendere dall'iperuranio nerd in cui sono vissuta per anni. Credo che non mi basti davvero più.
    No, non significa che smetterò di scrivere. Anzi, spero di potere pubblicare e guadagnare qualcosa dalla mia creatività. E spero di continuare a divertirmi così.
    Però, continuerò a non recensire più storie scritte senza impegno, perché non ha senso spendere tempo in recensioni "costruttive", se, dall'altra parte dello schermo, non c'è razionalità.
    Eh no, non sto parlando solo di adolescenti, perché anche gli adulti sanno essere bellamente scemi e offrire perle barocche di idiozia. Con tutto il rispetto per le perle barocche, sia bene inteso.
    Inoltre, voglio disintossicarmi dalla stupida, scema, cretina idea che "canon=meglio". No, quell'idea demenziale ha creato un corto circuito neuronale e molta monotonia nella scrittura amatoriale italiana.
    Ho anche scoperto una ovvietà: il tempo è il miglior alleato della consapevolezza.
    Nell'hic et nunc della scrittura, sembra di scrivere il migliore lavoro dell'universo.
    Rileggendo le mie vecchie storie, ho notato stereotipi, punteggiatura barcollante, come un ubriaco all'Oktoberfest di Monaco, incoerenze e rinco angst.
    Volevo (e voglio) sotterrarmi per la mia idiozia, ma gli errori servono a crescere. Non solo nella scrittura.
    E se io ho avuto questa possibilità, perché devo negarla ad altri?
    Ancora buon anno.
270 replies since 4/5/2012
.