Pensieri

  1. Guardare le cose da una lente distorta

    By Anahita il 10 June 2021
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    Ho deciso di smettere di recensire negativamente fanfic e simili e sto cercando, a targhe alterne, di diventare più silenziosa e meno chiacchierona, perché mi sono resa conto di risultare invadente e noiosa.
    O meglio, mi è stato fatto notare.
    Che bello accorgersi di una cosa così ovvia a trentacinque anni... Che cervello avevo?
    Inoltre, comincio a non apprezzare più il suono della mia voce blaterante e, per questo, cercherò di ricordarmi che abbiamo due occhi, due orecchie e una bocca.
    Quindi, le parole vanno centellinate e, a questo, si deve aggiungere che "è meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio".
    A nessuno interessa che io parli delle mie idiozie ed è meglio riversare questa ulteriore forma di comunicazione nelle mie storie. Chissà, magari ne guadagnano.
    E qui torniamo alla prima questione: la decisione di smettere con profluvi di parole atte a smontare fanfic pessime.
    Ne ho ritrovata una, scritta nel 2009, piena di errori e non nego che, davanti a questo capolavoro, voglio chiedere scusa a tutte le ficcynare da me recensite. Queste, per quanto male, scrivevano con le mani.
    Questa, invece, scrive con i piedi.
    Italiano stupido, farcito di errori di grammatica? Sì, c'è. Linguaggio sms? C'è. Coppiettismo imbecille? Sì. Stupro del seme sull'uke? Sì, c'è.
    Teatro dell'assurdo e comportamenti malsani visti come "normalità"? Sì, certo.
    O meglio, tentato stupro, ma non cambia.
    Della serie, mi viene voglia di urlare: "Prima di spucciare e fare smack smack con Hana pirl... ehm pucci e Kaede, per cortesia, studia un minimo di italiano. Anzi, torna all'asilo! A ventisei anni non si può scrivere così male, se hai fatto le scuole dell'obbligo!"
    Sì, questa storia è del 2009 e l'autrice in questione aveva ventisei anni, quando l'ha pubblicata.
    E io non potevo reggere 28 capitoli di questo orrore. Perdevo neuroni, stavo male.
    E, ad un tratto, mi sono chiesta: "Ma perché devo farmi il sangue amaro per simili dementi"?
    E ora basta... Recensirò solo le storie di chi, nei limiti delle proprie possibilità, cerca di impegnarsi e si sforza di pensare a rendere plausibili determinate cose, nei limiti del proprio fandom.
    Questo, però, mi ha portato ad una ulteriore riflessione. Perché molt*, indipendentemente dall'età, scrivono idiozie, che sono capolavori di ignoranza?
    E tra questi ci metto la sottoscritta. Recuperare le mie storie di adolescente e di giovane donna mi ha portato a vedere le cose da una lente diversa.
    Semplicemente, moltissim* di noi cercano di riproporre, nelle loro creazioni, quello che è piaciuto di determinate opere.
    Esempio? Una appassionata di yaoi alla "Il poema del vento e degli alberi" (che a me, almeno dall'anime, suscita risate a non finire), anche se si approccia a opere diverse, finirà per scrivere pessime imit...

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    Last Post by OnibaKu Hills William il 16 Mar. 2024
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  2. Genitorialità cosciente

    By Anahita il 3 May 2018
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    Nel mondo si susseguono decine di scoperte scientifiche e l'uomo è ancora quello "della pietra e della fionda", come diceva amaramente Salvatore Quasimodo nella splendida poesia "Uomo del mio tempo".
    Non solo l'uomo è rimasto feroce e crudele, ma è sostanzialmente un essere stupido ed egoista.
    E questa stupidità si vede in molte persone che, pur di compiacere la loro egoistica brama di genitorialità, mettono al mondo bambini e non vogliono educarli.
    Eppure, affetti da un sostanziale cretinismo (anzi, chi è affetto da cretinismo è da compiangere), continuano a mettere al mondo bambini che saranno abbandonati a loro stessi o trasformati in individui non malvagi, ma privi di qualsiasi coscienza del mondo presente.
    No, non parlo di immigrati provenienti da paesi arretrati (e loro avrebbero la scusante dell'ignoranza), ma di persone istruite del civile mondo "occidentale".
    Il "diritto ad avere figli" deve essere esplicato a qualsiasi costo, indipendentemente dalle condizioni di vita che si possono offrire al bambino.
    E questo dimostra una sostanziale mancanza di consapevolezza sulla difficoltà che comporta avere una famiglia.
    Non esiste il "diritto ad avere un figlio", ma il diritto di un minore a crescere in un contesto di persone amorevoli e intelligenti, che possono essere eterosessuali, omosessuali, asessuali, single, pansessuali e di tutti gli orientamenti sessuali possibili e immaginabili.
    Un figlio/ una figlia non resterà sempre bambino/ bambina , ma crescerà e si trasformerà in un adulto/adulta che, a seconda dell'educazione e delle sue attitudini, si rivelerà un cittadino o una cittadina degna di encomio o di biasimo.
    O senza infamia e senza lode.
    I potenziali genitori devono domandarsi se hanno le possibilità economiche di crescere dei bambini, perché allargare una famiglia porta sembra ad un notevole esborso di denaro, anche se si cerca di trasmettere alla propria prole una sobrietà monacale.
    Insomma, ci sono le spese per il cibo, gli abiti, le medicine, i pannolini e a queste si aggiungono le normali spese di conduzione di una famiglia, come le bollette di luce, gas, acqua e telefono.
    E se non si hanno entrate stabili per due persone, ci si deve chiedere: è giusto coinvolgere nelle nostre ristrettezze una persona che non ha chiesto di nascere?
    Già nascere è una "violenza", perché non si può scegliere, e, se a questo si aggiunge una vita piena di difficoltà e incertezze, che vita si da' ad un bambino?
    In altre epoche, le donne povere, con tanti figli a carico, arrivavano all'infanticidio, pur di non condannare il bambino o la bambina ad una vita di stenti.
    L'infanticidio è un atto orribile, ma queste donne lo compivano per risparmiare al piccolo o alla piccola una vita di povertà e di tribolazioni e questo dimostra una coscienza, per quanto corrotta dalla fame, che in molte coppie non è presente, in nome dell&...

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    Last Post by Anahita il 3 May 2018
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  3. Nostalgia (e 2)

    By Anahita il 4 Mar. 2024
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    Ci ho messo un po' a capire la verità ed è ancora fonte di pena per me, ma sono felice di esserci arrivata.
    Io non ho nostalgia delle cose, per nulla.
    O meglio, ho nostalgia delle cose perché sono collegate ad un tempo di spensieratezza (pur con tutte le sue ombre).
    Voglio quel tempo, in cui i miei genitori erano sani, i miei nonni c'erano e la mia famiglia sembrava unita.
    Voglio quel tempo, in cui la mia preoccupazione erano i compiti e vedere le puntate di Lady Oscar, Sailor Moon con gli occhi sgranati. Ora, se le vedessi (specie col doppiaggio cretino italiano), penso mi salirebbe il nervoso.
    Non sono più la bambina che ero un tempo e certe idiozie mi fanno salire il sangue al cervello.
    Voglio quel tempo, in cui potevo perdermi a leggere i miei libri di mitologia.
    Voglio quel tempo, per fare scelte diverse (ma del senno di poi sono piene le fosse).
    Voglio quel tempo, per non restare infognata nel liceo classico del mio paese. Ne sono sicura, sarei cresciuta prima, senza l'iperprotezione del paese.
    Voglio quel tempo, in cui potevo perdermi a sognare svolgimenti incongruenti delle mie storie preferite, mescolandoci elementi assurdi.
    Voglio quel tempo, in cui le mie passioni - a volte - le vivevo con un senso di sottile vergogna.
    Voglio quel tempo, in cui leggevo fatti di cronaca e non ne comprendevo completamente la portata.
    Voglio quel tempo, per non abbandonare una dieta formidabile, che mi stava facendo perdere parecchio peso. Se fossi stata meno incostante, forse, ora avrei ancora la mia tiroide.
    Voglio quel tempo, per potere giocare con le Barbie senza sentirmi una disadattata.
    Voglio quel tempo, perché c'era ancora l'illusione di un mondo lontano dalla guerra.
    Voglio quel tempo, in cui credevo che la maggior disgrazia fosse la morte di un personaggio di finzione. Certo, come no!
    Voglio quel tempo, in cui passavo le ore a disegnare (maluccio) le mie stesse storie.
    Voglio quel tempo, in cui imparavo a scrivere plagiando i romanzi di Emilio Salgari. Grazie, mi hai aiutato molto.
    Voglio quel tempo, per potere fare scelte diverse, perché alcune cose di me non mi soddisfano.
    Ma, se ci penso, non sarebbe troppo facile potere resettare tutto e tornare indietro?
    Crescere vuol dire anche fronteggiare il peso dei propri errori.
    Spero di imparare a farlo sempre meglio.
    Last Post by Anahita il 4 Mar. 2024
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  4. Opportunità insperate

    By Anahita il 8 Oct. 2023
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    A volte, anche un evento spiacevole può diventare un'opportunità.
    Precisiamo, questa riflessione vale per me e c'è sempre evento spiacevole ed evento SPIACEVOLE.
    Ho perso diversi contatti accumulati nel mondo del fanworld, a volte per colpa mia, a volte per cambio di interessi dovuti alla crescita.
    E' stato poco piacevole, ma devo dire che mi ha permesso di vedere diverse cose in maniera più oggettiva.
    Come sanno anche le pietre, ho smesso di recensire negativamente le fanfic brutte e di lamentarmi della (presunta) decadenza del fandom. E, devo dire, questo mi ha permesso di liberarmi di un grosso carico di frustrazione. (anche se, a volte, ritorna il mio vecchio carattere lamentoso, ma ora mi sono accorta di non avere più tempo da scialacquare. Scrivo e commento chi mostra impegno, nei limiti delle sue possibilità).
    Non è possibile contrastare un simile fenomeno. Non con le recensioni negative stile poema.
    Ho riletto i miei lavori di adolescente, ragazza, giovane donna. E... E, accanto a lati positivi, vedo molta immaturità, pretenziosità (vedi la paccottiglia pseudo introspettiva nella mia unica long fic ritrovata), espressioni imbarazzanti come il sorriso che fece tremare le strutture di un tempio (WTF) e il brivido tremante (doppio WTF).
    E a questo si aggiungono pregiudizi omofobi involontari e un femminismo incompleto. E io mi mettevo a criticare le ragazzine.
    Fantastico, benissimo.
    L'unica cosa che mi ha salvato è stato l'istinto, che mi ha regalato un colossale senso di insoddisfazione che poi ho compreso, quando ho visto cose meglio tratteggiate.
    Ho visto molti più film e ho letto molto di più. Questo mi ha permesso di recuperare determinate saghe che furoreggiavano nella mia adolescenza (Spiderman, Harry Potter, Pirati dei Caraibi) in relativamente poco tempo. E posso averne ora un giudizio strutturato.
    Inoltre, la lettura di autori come Frediani mi ha insegnato a non perdermi Ab Urbe condita, quando faccio introspezione. Se un personaggio pensa all'inquinamento dell'acqua, non può perdersi a pensare al settembre nero del 1972.
    Le mie storie, ora, hanno più carne e non sono ossibuchi. (l'ossobuco non è neanche orribile, ma dopo un po' scoccia mangiare solo quello).
    Sono uscita da posti virtuali diventati tossici, popolati spesso da ultratrentenni (quindi della mia età, sob)convinti di essere i migliori nella vita perché hanno visto e rivedono in loop Hokuto no Ken, Versailles no Bara e Saint Seiya.
    Ho imparato che la bellezza e la bruttezza non conoscono epoca. Sono democratiche. E la castroneria è in agguato anche in opere considerate belle perché erano pulite.(qualsiasi cosa voglia dire), quindi appartenenti ad epoche considerate migliori (?). In base a cosa, non si sa.
    Prescindendo dal mondo del fanworld, ho studiato di più e sono riuscita a superare la preselettiva di un concorso. Poi, per uno sbaglio, non mi sono pres...

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    Last Post by Anahita il 8 Oct. 2023
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  5. Nostalgia

    By Anahita il 24 Aug. 2023
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    Oggi voglio parlare di un argomento che, su Internet, viene distorto e interpretato a uso e consumo di adulti che pensano di essere i migliori del mondo.
    La nostalgia ("il dolore del ritorno" secondo l'etimologia greca) è un sentimento comprensibile, che io stessa, spesso, provo.
    In una occasione, mi è capitato, mentre compravo un libro usato datato 1973, di sentire il peso del tempo su di me. E sono scappata, in lacrime. E' stata una sensazione orribile.
    Ho provato - e provo - forte desiderio di tornare bambina, quando i miei genitori e i miei zii erano sani, i miei nonni erano relativamente presenti e la mia famiglia sembrava unita.
    Vorrei tornare a giocare con le Barbie (rimpiango di averle sprecate) e a vedere i cartoni animati (anime) con trasporto, senza farmi troppe domande.
    Vorrei ritornare nella mia vecchia casa, anche se la nuova, dal punto di vista funzionale, è migliore.
    C'è però una cosa che è cambiata nella mia nostalgia: prima rimpiangevo le cose (anime, giocattoli et similia), ora rimpiango l'atmosfera e gli anni.
    Se dovessi rinascere, penso che cambierei scuola e, anche se perseverassi nel classico, sceglierei un liceo lontano dal mio paese, ma non è questo il punto.
    Le Barbie - di cui ho parlato prima - posso ricomprarle. (anche se non saprei dove metterle) Gli anime posso rivederli ad nauseam coi doppiaggi italiani.
    Uno dei tanti vantaggi di Internet, chi può dirlo?
    Per anni, ho scambiato la causa con l'effetto. Quelle cose non sono belle di per sè. O meglio, la loro bellezza non è collegata al periodo.
    Poi, ho capito che il buono, il medio e il pessimo c'è in ogni epoca. Forse, Internet ha avuto il grosso svantaggio di portare all'emersione di idiozia già presente.
    Anzi, in alcuni anime attuali ho visto una certa attenzione alla sceneggiatura e a tematiche serie che, in opere più datate, non ho visto.
    Nessun decennio è stato benedetto da fortuna mistica. L'uomo ha sempre avuto un lato di demone e uno di angelo, in qualsiasi epoca storica.
    Perché gli anni della mia infanzia e adolescenza dovrebbero essere esenti da questo?
    Io ricordo quel decennio bene perché ero più ingenua e spensierata, ma per altri individui, anche della mia età, quegli anni possono essere stati dolorosi.
    Pensiamo a quei ragazzi nati sotto le guerre (Bosnia, Rwanda...) o, senza andare lontano, a quegli italiani figli di famiglie abusive o fortemente disfunzionali.
    Molti di loro non ricorderanno bene questi anni, perché legati a tragedie o dolore.
    E il loro ricordo non vale meno del mio.
    Last Post by Anahita il 24 Aug. 2023
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  6. Tra fantasia ed educazione

    By Anahita il 7 July 2023
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    C'è una cosa che non sopporto più: l'arroganza degli ultratrentenni.
    Sì, ci sono anche io per classe d'età, ma sto cercando di liberarmi da quella crosta di supponenza che, per anni, mi ha impedito di vedere le cose nella loro realtà.
    E questi ultratrentenni si notano nei forum a tema di anime, manga e pagine facebook.
    Questi soggetti (e sono purtroppo tanti) si ammantano d'una presunta superiorità morale sugli "adolescenti di oggi" (mio dio, mi sa che si deve sbattere loro in faccia il testo di Platone), perché loro "vedevano i cartoni con dei valori" (ah sì?), "capivano la durezza della vita" e "subivano schiaffi e sono cresciuti bene".
    Subivano schiaffi e sono cresciuti bene? Certo, e poi trovo gente che afferma che "un adolescente non sa nemmeno cosa significa vivere", perché, dopo la morte (PER OMICIDIO) della sua fidanzata, ha detto che non si rialzerà più.
    Capolavoro di empatia questa signora! Tutto deve essere ridotto alla sua misura, perché sia drammatico.
    E magari è una di quelle cresciute con "botte educative" e "anime tristi".
    Davvero, bell'insegnamento.
    Poi, i fantomatici "cartoni con dei valori" tali "valori"(?) li avevano?
    No, erano finalizzati allo spettacolo e gli sceneggiatori, spesso, cadevano in colossali buchi di trama solo per esagerare il dramaH.
    Basti pensare alla gelosia di Usagi verso Chibiusa. E nessuno si è accorto che lei, pensando ad un innamoramento del compagno verso una bambina, gli sta dando del pedofilo.
    Ma nessuno si è accorto dell'assurdo? Quanto è rincoglionita Usagi qui?
    Se Mamoru l'avesse lasciata di punto in bianco in questo frangente, perché esasperato da questa immaturità, l'avrei capito.
    Nessuno si è accorto dell'idiozia?
    Ora, questo ci insegna che si deve fare attenzione a quello che si scrive, perché non solo è insensato narrativamente, ma si rischia di creare un'involontaria normalizzazione di una grave parafilia.
    O meglio, si aggiunge un sasso ad un problema serio.
    Poi, i suddetti soggetti si piccano di essere "tolleranti" ( e già qui partiamo male) perché ascoltavano George Micheal e David Bowie e non si curavano della loro sessualità.
    Davvero? Come mai le persone queer, all'epoca, faticavano a vivere una vita accettabile?
    Poi, ci ricordiamo che altri attori (vedi Rock Hudson) e personaggi famosi hanno vissuto con vergogna la loro omosessualità, perché era associata all'HIV? (e all'epoca l'immunodeficienza acquisita era morte assicurata?)
    E per HIV intere carriere erano scontate?
    Poi, è splendida la loro presunzione di "capire i veri valori della vita".
    Quali valori?
    Un anime, per quanto fatto bene, è un imput di supporto per l'educazione, non il primo. Perché le vicende dei cartoni, per quanto drammatiche, sono eterodirette da un autore/autrice che vuole dire qu...

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    Last Post by Anahita il 7 July 2023
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  7. Buon anno

    By Anahita il 1 Jan. 2023
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    Auguri di buon anno.
    In questo capodanno, voglio tirare le somme e magari stabilire un programma per questi nuovi dodici mesi.
    Ho scoperto di avere perduto parecchio peso, iniziando una fisioterapia che mi ha portato ad un aumento di massa muscolare. Non so perché le altre bilance non lo segnalino (e la fisioterapista l'ha resettata adeguatamente).
    Sono fisicamente più forte, mi sembra di avere perso dieci anni di meno sulle spalle e di essere tornata indietro.
    Voglio continuare così e non fermarmi più.
    L'esercizio fisico mi libera da molta ansia e rilascia endorfine meravigliose. Per ora, continuerò così, ma, quando troverò lavoro, spero di potere aggiungere altro.
    Non mi dispiacerebbe iniziare un corso di arti marziali. Potrei imparare a difendermi ed essere più sicura di me stessa.
    Avevo cominciato a ridurre il consumo di carne, per una questione ambientalista e il mio sforzo è stato ripagato da analisi del sangue buone, malgrado il mio intervento di tiroidectomia.
    Dovrò proseguire anche su questa strada.
    Per la mente...
    Dovrò trovare lavoro, per avere autonomia economica e potere cominciare a seguire meglio le attività dell'associazione Murgia Queer, a cui mi sono legata.
    Sempre che il lavoro non mi porti in altre zone d'Italia.
    E qui sarebbe un po' più arduo, ma devo compiere questo percorso per me stessa. Devo imparare ad amarmi e a non farmi intossicare dalla stupidità di quello che c'è attorno.
    Solo amando me stessa potrò darmi da fare per dare il mio contributo per un mondo migliore. Parlare a vuoto non serve assolutamente a niente, se non è accompagnato da azioni credibili.
    Inoltre, sento il bisogno di scendere dall'iperuranio nerd in cui sono vissuta per anni. Credo che non mi basti davvero più.
    No, non significa che smetterò di scrivere. Anzi, spero di potere pubblicare e guadagnare qualcosa dalla mia creatività. E spero di continuare a divertirmi così.
    Però, continuerò a non recensire più storie scritte senza impegno, perché non ha senso spendere tempo in recensioni "costruttive", se, dall'altra parte dello schermo, non c'è razionalità.
    Eh no, non sto parlando solo di adolescenti, perché anche gli adulti sanno essere bellamente scemi e offrire perle barocche di idiozia. Con tutto il rispetto per le perle barocche, sia bene inteso.
    Inoltre, voglio disintossicarmi dalla stupida, scema, cretina idea che "canon=meglio". No, quell'idea demenziale ha creato un corto circuito neuronale e molta monotonia nella scrittura amatoriale italiana.
    Ho anche scoperto una ovvietà: il tempo è il miglior alleato della consapevolezza.
    Nell'hic et nunc della scrittura, sembra di scrivere il migliore lavoro dell'universo.
    Rileggendo le mie vecchie storie, ho notato stereotipi, punteggiatura barcollante, come un ubriaco all'Oktoberfest di Monaco, incoerenze e rinco angst.
    Volevo (e voglio) sotterrarmi per la mia id...

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    Last Post by Anahita il 1 Jan. 2023
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  8. Mondiali e fallocentrismo

    By Anahita il 24 Dec. 2022
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    I mondiali maschili di calcio sono finiti da poco e ha tenuto banco il discutibile gesto del portiere argentino Martinez, che, alle provocazioni dei tifosi, ha risposto posando il "Premio per miglior portiere" sulle sue pudenda.
    Ci sono i soggetti che lo hanno elogiato, altri che, pur condannando, hanno pensato ad una "goliardata", altri che hanno fatto notare che "è peggio il comportamento degli emiri qatarioti", altri affermano che "i francesi si meritano questo" (noi italiani siamo meravigliosi) , altri che tirano in ballo "la cultura (?) da spogliatoio" e altri che condannano questo.
    Chi, in qualche modo, definisce "grande" questo gesto mostra di essere contaminato dall'idea che il fallo sia tutto. Insomma, tutto gira attorno al pene maschile e fare vedere di avercelo più grosso umilia i tuoi avversari.
    Ed è pure convinto di averli umiliati, basta vedere la faccia gongolante da lui ostentata.
    E la sua giustificazione è ancora più ridicola del suo gesto, perché non si mette a tacere un pubblico ostile così, ma si fa vedere la propria pochezza di uomo maschilista, che, non sapendo come ribattere a delle provocazioni, usa l'unica arma (?) a lui rimasta. Quale?
    Il suo pene, ingrossato col premio di "Miglior Portiere dell'anno".
    Si può protestare per quello che si crede giusto, ma non in modo così bambinesco e stupido.
    A Messico 1968, Tommie Smith e John Carlos alzano il pugno per lanciare un forte e deciso messaggio per i diritti civili. Peter Norman, invece, ha una spilla a favore degli stessi.
    Tre atleti di etnie diverse uniti per un unico ideale.
    Ed erano in un contesto liberticida, segnato dal terribile massacro di Piazza delle Tre culture, in cui decine di studenti vennero uccisi per avere espresso il desiderio di una società più libera e giusta.
    Altro gesto di protesta è stato quello di Věra Čáslavská, ginnasta ceca che, in occasione della brutale repressione sovietica della Primavera di Praga, durante le medesime Olimpiadi, si rifiutò di ascoltare l'inno sovietico e di guardare la bandiera dell'Urss.
    Questa protesta, così forte e decisa, anche se silenziosa, è rimasta impressa e sia i tre velocisti sia la ginnasta sono stati perseguitati.
    Non hanno avuto bisogno di gesti ridicoli e volgari, per dire quello che volevano dire.
    E qui la domanda sorge spontanea: in epoche meno libertarie di questa, c'è bisogno della volgarità per dire qualcosa e farsi rispettare?
    C'è bisogno di ostentare una virilità (tossica e inesistente) per replicare a insulti sgraditi?
    C'è bisogno di dire "fatevela una risata" a chi non sopporta questa stupidità?
    Last Post by Anahita il 24 Dec. 2022
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  9. Empatia?

    By Anahita il 3 Nov. 2022
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    Commentando questo evento, la gente ha mostrato di non sapere valutare i contesti.
    Ed è una cosa che, sinceramente, fa senso.
    La sofferenza di Shanti è stata definita "depressione" ed è banalizzata col "si può curare", "era giovane", "il Signore l'aveva salvata, doveva vivere" (e se lei fosse stata atea?), "io sono stato depresso e sono guarito".
    E poi simili soggetti pretendono comprensione ed empatia per la depressione di Marco Bellavia.
    Marco Bellavia, però, ha vissuto una simile tragedia? Sembra di no.
    Per quale motivo lui deve essere coccolato, trattato come un "poverino, povero cocco", innalzato agli onori della santità, mentre la povera Shanti è considerata "codarda", "debole" e non si considera il contesto in cui è nata la sua tragedia?
    Posso essere sincera? La mia comprensione va a Shanti, perché vedere la morte di diversi suoi compagni di scuola, non per un incidente, ma per deliberata crudeltà, è qualcosa di devastante.
    E' l'ingiustizia assurta a massimo sistema, che si imprime negli occhi e nella mente e sanguina, anche se le ferite fisiche scompaiono.
    E Shanti non è la sola vittima di simili tragedie.
    Anche Guillame Valette, che pure è sopravvissuto al Bataclan, ha deciso di suicidarsi due anni dopo. E lui non aveva problemi mentali pregressi, era un ragazzo vivace e curioso, ed era anche più adulto di Shanti.
    Ci sono anche stati casi di suicidi tra deportati, prima e dopo la tragedia della Shoah. Questo non nega gli esempi di forza di altri con la medesima esperienza, ma non ci deve fare dimenticare che simili tragedie possono annientare.
    Tutti deboli? Tutti "malati mentali pregressi"? Sinceramente, le leggi della probabilità spariscono?
    O forse è un problema di cultura, che scarica sul singolo responsabilità della comunità?
    Si è diffusa l'idea del "sei fatto male tu, non conta l'evento vissuto", anche in casi così estremi, come se l'individuo avesse la colpa di essere debole e la crudeltà della comunità fosse un mero accidente.
    E' vero, esiste il libero arbitrio, ma c'è sempre una componente di comunità da considerare.
    Qui la domanda sorge spontanea: perché c'è compassione per "le lamentele delle star in depre" e del "nero lutto di chi non ha niente a parte avere tutto" e non per chi fa scelte dolorose, a causa di un trauma straziante?
    Last Post by Anahita il 3 Nov. 2022
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  10. Senso di precarietà

    By Anahita il 15 Aug. 2022
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    Ieri, io e i miei famigliari siamo andati alle cascate di San Fele.
    Luogo bellissimo, ma io , tanto per cambiare, ho preso una storta.
    Siamo tornati anche ai laghi di Monticchio, luoghi da me veduti anni fa, ai tempi dell'asilo. Mio dio, quanto tempo è passato. E
    oggi un mio parente, che mi ha aiutato con la salute, si è sentito male.
    E ritorna sempre quel senso odioso di precarietà, che mi fa stare male e mi fa desiderare di ritornare all'infanzia, quando ero ingenua e il problema più piccolo erano le sbucciature al ginocchio e la nuova Barbie da comprare.
    I miei genitori erano giovani e la mia famiglia mi pareva amorevole e solida.
    Ora, invece, non ho rapporti con la parte paterna dei miei famigliari, per vicende odiose. E, dall'altra parte della famiglia, vedo affacciarsi malattie sempre più gravi, che mi portano a figurare tutto nero.
    Mi sto chiedendo cosa ho sbagliato in questo: sono stata troppo lenta e sto venendo punita?
    Sono stata troppo protetta e ora mi stanno cadendo tante, troppe ansie?
    Perché non cadono addosso ai miei parenti paterni? Perché sembra che la fortuna li debba sempre proteggere?
    In questo periodo, sto anche affrontando un periodo di cambiamento enorme, che mi porta a sentirmi sempre più incerta su tante cose, anche su delle amicizie che ritenevo solide.
    Sento di avere bisogno di nuovi stimoli, ma resto comunque ferma, bloccata in un pantano e non so che cosa fare.
    Mi manca un lavoro, che, ne sono sicura, mi consentirebbe una solidità economica ed eliminerebbe una fonte delle mie ansie: il sentirmi inferiore a tutti.
    Mi piacerebbe potere guadagnare soldi con la scrittura di romanzi, ma, passato l'entusiasmo iniziale, mi areno: qual è il problema?
    Perché non riesco a pianificare?
    E' un nascosto delirio di controllo e perfezione? Questa precarietà mi porta, per converso, a desiderare di essere indistruttibile?
    O forse è la paura di essere presa in giro ad avermi fatto sviluppare una maschera?
    Non lo so, mi sento come un'adolescente in preda a tanti interrogativi esistenziali.
    Non va bene, ho trentasei anni e sono ferma qui.
    Ho troppa paura di tutto.
    Passerà o no?
    Last Post by Anahita il 15 Aug. 2022
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Marie was skinned by Niruh